Il primo giornalista ad essere proclamato santo è Titus Brandsma, sacerdote, filosofo e matematico.
Assistente ecclesiastico della Stampa Cattolica olandese, Brandsma lottò per la libertà di stampa durante il nazismo: nel gennaio del 1942 fu incarcerato, deportato nel lager di Dachau e ucciso con una iniezione letale, ordinata allo staff sanitario del campo di concentramento dalle SS.
Proclamato santo da Papa Francesco lo scorso 15 maggio, Titus Brandsma è il primo giornalista a diventarlo, e il primo Santo tra le vittime del campo di Dachau. Era stato proclamato beato nel 1985 da Papa Giovanni Paolo II. Nato in Olanda nel 1881, di grande intelligenza ma di salute cagionevole, ad 11 anni entrò con il fratello Enrico in un pensionato francescano. Sei anni dopo, nel 1898, entrò nell’Ordine dei Frati Carmelitani, nel convento di Boxmeer.
Laureato in filosofia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, tornato in Olanda fu Bassi, docente di filosofia e matematica nello studentato carmelitano di Oss. Divenne poi professore di Storia e filosofia della mistica Università di Nimega, di cui divenne pure rettore. Brandsma era convinto della necessità e dell’importanza di una informazione libera. Affermava che “dopo quelli delle Chiese, la stampa è il pulpito migliore per predicare la verità… La stampa è la forza della parola contro la violenza delle armi, la forza della nostra lotta per la verità”.
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