Nature: L’esopianeta delle dimensioni della Terra TRAPPIST-1b non mostra alcun segno di atmosfera.
Ne parla uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature e realizzato sulle base delle osservazioni del JWST Mid-Infrared Instrument. Tutti i pianeti del sistema TRAPPIST-1 sono stati osservati con la tecnica della spettroscopia di trasmissione utilizzando i telescopi spaziali Hubble o Spitzer, ma non sono state rilevate caratteristiche atmosferiche TRAPPIST-1b è il pianeta più vicino alla stella nana M del sistema e riceve quattro volte l’irradiazione che la Terra riceve dal Sole. Questa quantità relativamente grande di riscaldamento stellare suggerisce che le emissioni termiche di TRAPPIST-1b potrebbero essere misurabili, il che potrebbe far luce sull’atmosfera del pianeta.
Thomas Greene e colleghi hanno utilizzato il JWST Mid-Infrared Instrument (MIRI), che può osservare la radiazione di lunghezza d’onda medio-lunga, per valutare l’emissione termica di TRAPPIST-1b, la stella nana M), e hanno misurato la temperatura del lato diurno del pianeta e la sua proprietà atmosferiche Secondo gli autori, l’interpretazione più semplice delle loro scoperte è che c’è poca o nessuna atmosfera planetaria che ridistribuisce la radiazione dalla stella ospite, e quasi nessuna atmosfera rilevabile Ciò è probabilmente dovuto al fatto che TRAPPIST-1b assorbe quasi tutta l’irradiazione da la stella nana M e non ha un’atmosfera ad alta pressione.L’assenza di un’atmosfera sostanziale è coerente con i risultati delle previsioni dei modelli.
Le osservazioni future hanno il potenziale per sviluppare ulteriormente la nostra comprensione della ridistribuzione del calore di TRAPPIST-1b, nonché delle proprietà dei pianeti terrestri M-nani e di come differiscono da quelli del nostro sistema solare.
Articolo Nature: Thermal Emission from the Earth-sized Exoplanet TRAPPIST-1 b using JWST. Emissione termica dall’esopianeta delle dimensioni della Terra TRAPPIST-1 b utilizzando JWST. DOI 10.1038/s41586-023-05951-7.
Credits immagine: Trappist, cortesia NASA / JPL – Caltech.
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