Si è parlato delle difficoltà attuali del rapporto tra fede e ragione in una conferenza in Kansas, negli Stati Uniti.
Come stanno fede e ragione nel 21mo secolo? Malissimo sembra, peggio di quanto si possa immaginare. Persiste però una luce di speranza. Questo è ciò che è emerso dalle parole del teologo Larry Chapp, del vescovo William Joensen, della scrittrice Theresa Farnham e di un panel di docenti durante la conferenza Faith and Reason in a Post-Truth Era: Celebrating 25 Years of John Paul II’s Fides et Ratio. Fede e Ragione in un’Era Post-Verità: Celebrando 25 Anni di Fides et Ratio di Giovanni Paolo II”
L’evento si è svolto il del 16 settembre scorso presso il Benedictine College ad Atchison, Kansas. L’organizzatore dell’evento, Paul Burghart, ha evidenziato come questa iniziativa rientri nel piano del college per la Trasformazione Culturale in America, sottolineando che “Fides et Ratio di San Giovanni Paolo II affronta direttamente i problemi centrali della nostra cultura.”
Il presentatore dell’evento è stato Jared Zimmerer del Benedictine College, che oltre a insegnare nel programma “Great Books” del college, sta ampliando gli sforzi del college per trasformare la cultura in America. Augura che questa conferenza sia solo la prima di molte “occasioni, sia fisiche che online, per riflettere sulle questioni essenziali del nostro tempo.”
Il teologo e blogger Larry Chapp ha delineato il difficile contesto mondiale a seguito della rottura tra fede e ragione. “La nostra incredulità si differenzia dall’ateismo e dall’agnosticismo tipici dei contesti premoderni. Generazioni passate hanno conosciuto ateisti combattivi come Nietzsche, che pur respingendo la fede, la prendevano seriamente in considerazione. La nostra epoca, al contrario, considera la fede con indifferenza, quasi fosse una curiosità del passato.”
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