Esplorando la complessità del pensiero di Kierkegaard e il suo approccio peculiare alla fede come movimento razionale e paradossale.
Nel suo lavoro, F. Russell Sullivan Jr. analizza il rapporto tra fede e ragione nella filosofia di Kierkegaard. Kierkegaard è ampiamente considerato un irrazionalista, ma Sullivan sostiene che egli vede la fede come ragionevole in un modo peculiare che deve essere scoperto. In alcune delle sue opere pseudonime, Kierkegaard descrive il movimento della fede come paradossale e assurdo. Tuttavia, dalle sue opere non pseudonime emerge che Kierkegaard non considera la fede irrazionale. Egli critica la ragione solo nella misura in cui vuole far capire ai cristiani nominali (che vedono la fede solo come un insieme di dottrine) che una maggiore comprensione dei principi della fede non può mai portare a una certezza logica. Le dottrine della fede possono essere discusse pro e contro. Per Kierkegaard, la fede in questo contesto è illogica, ma non irrazionale.
Nelle sue opere religiose, la nozione di ragione di Kierkegaard è indissolubilmente legata alla sua recalcitranza della volontà. La ragione (pensiero logico e speculativo) attesta i propri limiti riguardo alla fede dottrinale, ma può anche indicare ciò che è un passo ragionevole, anche quando la logica da sola non è sufficiente.
Per Kierkegaard, la soggettività è una condizione necessaria – ma non sufficiente – della fede religiosa. In realtà, Kierkegaard non sta presentando una teoria epistemologica, ma attraverso l’enfasi sulla soggettività dei suoi autori pseudonimi, spera che i cristiani nominali inizino a sentire il bisogno di Cristo. Kierkegaard crede che solo se i cristiani non autentici si rendono conto che l’opzione religiosa non può essere decisa mediante un’indagine logica delle dottrine della fede, e poi sperimentano la propria inautenticità e l’inutilità di ogni sforzo volitivo non assistito per porvi rimedio, l’atto di fede in Cristo come alternativa valida apparirà ragionevole.
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.