Il Pontefice ricorda l’urgenza di affrontare la crisi climatica, in coerenza con il magistero sull’ambiente.
Il 16 maggio 2024, Papa Francesco ha tenuto un discorso di grande rilevanza scientifica e morale durante il Summit della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, intitolato “Dalla crisi climatica alla resilienza climatica”. L’incontro, svoltosi nella Sala Clementina, ha visto la partecipazione di scienziati, esperti di politiche ambientali e leader civili da tutto il mondo. Nel suo discorso, il Papa ha affrontato la necessità di un’azione urgente e collettiva per proteggere l’ambiente, integrando la scienza con i principi morali della fede.
L’urgenza mostrata dai dati scientifici
Papa Francesco ha esordito riconoscendo l’evidenza scientifica dell’aggravarsi della crisi climatica. “I dati sul cambiamento climatico si aggravano di anno in anno, ed è pertanto urgente proteggere le persone e la natura,” ha dichiarato, lodando le due Accademie per aver guidato l’impegno nella produzione di un documento universale di resilienza. Il Papa ha sottolineato l’importanza di sostenere le popolazioni più vulnerabili, che sono le principali vittime degli impatti climatici nonostante il loro minimo contributo alle emissioni inquinanti.
Le implicazioni morali della scienza
Nel suo discorso, il Papa ha citato l’enciclica “Laudato Si'”, affermando che “la distruzione dell’ambiente è un’offesa contro Dio, un peccato che non è solo personale ma anche strutturale.” Questa distruzione mette in pericolo tutti gli esseri umani, soprattutto i più vulnerabili, e minaccia di scatenare un conflitto tra generazioni. “La domanda dunque è: stiamo lavorando per una cultura della vita o una cultura della morte?” ha domandato retoricamente, invitando tutti a essere attenti al grido della terra e alla supplica dei poveri.
Scienza e fede in sinergia per tutelare l’ambiente
Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di unire fede e ragione per affrontare la crisi climatica. Ha dichiarato che “il cambiamento climatico è una questione sociale globale e intimamente legata alla dignità della vita umana,” e ha invitato a un approccio integrato per affrontare sfide come la perdita di biodiversità, il degrado ambientale, le disparità globali e l’insicurezza alimentare. Questi problemi, se non affrontati con urgenza, rappresentano minacce esistenziali per l’umanità e gli ecosistemi.
Le disparità globali nelle emissioni
Il Papa ha evidenziato le disuguaglianze nelle emissioni globali di CO2, osservando che le nazioni più ricche producono la maggior parte degli inquinanti, mentre i paesi più poveri subiscono le conseguenze più gravi. “Le Nazioni più ricche, circa un miliardo di persone, producono oltre la metà degli inquinanti che intrappolano il calore,” ha detto. Al contrario, i paesi meno sviluppati, che rappresentano solo l’1% delle emissioni globali, soffrono il 75% delle perdite causate dai cambiamenti climatici.
La vulnerabilità delle donne e dei bambini
Il discorso ha anche messo in luce la vulnerabilità delle donne e dei bambini agli impatti climatici. “Le donne non dispongono del medesimo accesso alle risorse degli uomini; inoltre, la cura della casa e dei bambini può ostacolare la possibilità di migrare in caso di catastrofe,” ha detto il Papa. Tuttavia, ha anche riconosciuto il ruolo delle donne come potenti agenti di resilienza e adattamento. Per quanto riguarda i bambini, quasi un miliardo di essi vive in paesi ad alto rischio climatico, rendendoli particolarmente suscettibili agli effetti fisici e psicologici del cambiamento climatico.
Appello all’azione collettiva
Papa Francesco ha concluso il suo discorso con un appello urgente all’azione collettiva. Ha sottolineato la necessità di un approccio universale e rapido per mitigare il riscaldamento globale e promuovere la de-carbonizzazione. “È necessario adottare un approccio universale e un’azione rapida e risoluta, in grado di produrre cambiamenti e decisioni politiche,” ha affermato. Ha inoltre evidenziato l’importanza di salvaguardare le risorse naturali come il bacino amazzonico e quello del Congo, le torbiere, le mangrovie, gli oceani e le barriere coralline.
Il Papa ha ringraziato i partecipanti per il loro impegno e li ha esortati a continuare a lavorare per una transizione equa e giusta dalla crisi climatica alla resilienza climatica. “Occorre agire con urgenza – con urgenza! –, compassione e determinazione, perché la posta in gioco non potrebbe essere più alta,” ha concluso, invocando la benedizione divina su tutti i presenti.
Il discorso di Papa Francesco ha rafforzato l’idea che scienza e fede, lavorando insieme, possono guidare l’umanità verso un futuro sostenibile e giusto. Ha ribadito la necessità di una cooperazione globale per rispondere alla crisi climatica, sottolineando l’importanza di integrare i principi scientifici con i valori morali per proteggere il nostro pianeta e le persone più vulnerabili.
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