Un discorso sull’etica, la dignità umana e il futuro tecnologico.
Il 14 giugno 2024, Papa Francesco ha tenuto un discorso storico al G7, focalizzandosi sull’intelligenza artificiale (IA) e le sue implicazioni per il futuro dell’umanità. Il Santo Padre ha evidenziato il legame tra fede e scienza, sottolineando la necessità di un controllo etico e di una riflessione profonda sugli sviluppi tecnologici.
La scienza e la tecnologia: doni divini
Papa Francesco ha iniziato il suo discorso citando la Sacra Scrittura: «Dio ha donato agli uomini il suo Spirito affinché abbiano “saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro” (Es 35,31)». Ha spiegato che la scienza e la tecnologia sono frutti straordinari del potenziale creativo umano, dono di Dio. L’IA, in particolare, emerge da questo potenziale creativo ed è uno strumento estremamente potente utilizzato in vari ambiti, dalla medicina al lavoro, dalla cultura alla politica.
L’ambivalenza dell’intelligenza artificiale
Il Papa ha sottolineato l’ambivalenza dell’IA, descrivendola come uno strumento che suscita sia entusiasmo che timore: «Il tema dell’intelligenza artificiale è, tuttavia, spesso percepito come ambivalente: da un lato, entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia presagire». Ha riconosciuto che l’IA rappresenta una vera e propria rivoluzione cognitivo-industriale, capace di democratizzare l’accesso al sapere e delegare alle macchine lavori usuranti, ma anche di accentuare le ingiustizie sociali e nazionali.
La tecnologia come strumento
Papa Francesco ha affermato che l’IA è innanzitutto uno strumento e che i suoi benefici o danni dipendono dall’uso che se ne fa: «Questo è sicuramente vero, poiché così è stato per ogni utensile costruito dall’essere umano sin dalla notte dei tempi». Ha enfatizzato che la tecnologia riflette la nostra apertura creativa verso Dio e gli altri, ma avverte che può essere pervertita se non è orientata al bene comune.
La necessità di un controllo umano
Il Papa ha insistito sulla necessità di mantenere un controllo umano significativo sull’IA, specialmente nelle applicazioni militari: «Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano». Ha sottolineato che, mentre le macchine possono fare scelte tecniche, solo gli esseri umani possono prendere decisioni morali, un processo che richiede saggezza e valutazione pratica.
Etica e dignità umana
Papa Francesco ha evidenziato l’importanza dell’etica nell’uso dell’IA, ricordando che gli algoritmi non sono neutri o oggettivi e possono riprodurre pregiudizi esistenti. Ha avvertito contro l’uso indiscriminato dell’IA per prendere decisioni cruciali, come nel caso delle concessioni di domiciliari per i detenuti, dove l’IA può amplificare pregiudizi preesistenti.
La dignità della persona al centro dell’innovazione
Il Papa ha esortato a mettere la dignità umana al centro della riflessione sull’IA, richiamando l’importanza di un’etica condivisa. Ha ricordato la firma della “Rome Call for AI Ethics” del 2020, sottolineando la necessità di un’algoretica che guidi lo sviluppo tecnologico in modo responsabile.
Il ruolo della politica
Infine, Papa Francesco ha sottolineato il ruolo cruciale della politica nella regolamentazione dell’IA, affermando che solo una sana politica può guidare l’integrazione delle innovazioni tecnologiche in un progetto sociale e culturale che miri al bene comune: «La politica serve! […] Spetta ad ognuno farne buon uso e spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso».
Il discorso di Papa Francesco al G7 ha offerto una riflessione profonda su come l’umanità possa affrontare le sfide e le opportunità presentate dall’intelligenza artificiale, ponendo al centro la dignità umana e la necessità di una guida etica e politica responsabile.
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