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I complessi equilibri tra scienza e religione: una rivisitazione storica di Peter Harrison

Comprendere il dialogo tra fede e scienza attraverso una nuova prospettiva storica.

Peter Harrison, storico della scienza e della religione, offre nel suo libro “The Territory of Science and Religion” (2023) una prospettiva unica e originale sulla relazione tra scienza e religione. A differenza di molte opere che cercano di dimostrare una conflittualità o un’armonia lineare tra queste due discipline, Harrison sostiene che i concetti stessi di “scienza” e “religione” siano il prodotto di costruzioni moderne. Pertanto, il conflitto tra scienza e religione, come viene spesso percepito, è una questione moderna basata su fraintendimenti.

Il cambiamento storico dei concetti di “scienza” e “religione”

Harrison pone particolare enfasi sul fatto che i termini e le categorie di “scienza” e “religione” non esistevano nel mondo antico e medievale nel modo in cui li intendiamo oggi. Ad esempio, durante l’età medievale e fino al primo periodo moderno, la scienza era intesa più come una pratica intellettuale chiamata “filosofia naturale”, e la religione era vista principalmente come una serie di pratiche rituali piuttosto che come un sistema di credenze. Solo con l’avvento dell’Illuminismo, secondo Harrison, questi concetti cominciarono a svilupparsi nelle forme moderne, separandosi progressivamente.

Uno degli esempi chiave che Harrison fornisce è il cambiamento del concetto di “legge naturale”. Nell’antichità e nel Medioevo, le leggi naturali erano viste come una riflessione della volontà divina, un ponte tra la scienza e la teologia. Nel XVII e XVIII secolo, con la rivoluzione scientifica, questo legame si indebolì e la natura fu progressivamente concepita come un sistema autonomo, separato dall’intervento diretto di Dio.

Il mito del conflitto

Uno dei contributi più significativi del libro è l’analisi critica del “mito del conflitto” tra scienza e religione, una narrazione che è stata amplificata in epoca moderna. Harrison sostiene che molti degli episodi classici di conflitto tra scienza e religione, come la disputa tra Galileo e la Chiesa, siano stati esagerati e fraintesi nel contesto storico. In effetti, molti scienziati pionieri, tra cui Galileo stesso, non vedevano affatto la scienza e la religione come forze in competizione, ma piuttosto come vie complementari per comprendere la verità.

Harrison sottolinea anche che il cosiddetto “conflitto” tra scienza e religione è in gran parte una costruzione del XIX secolo, sostenuta da figure come John William Draper e Andrew Dickson White, che scrissero opere influenti che consolidarono questa narrazione. Il lavoro di Harrison sfida queste interpretazioni storiche, mostrando come la scienza e la religione abbiano spesso coesistito e si siano influenzate reciprocamente in modo costruttivo.

Un nuovo paradigma per il dialogo tra scienza e religione

L’opera di Harrison invita a riconsiderare il modo in cui vediamo le relazioni tra scienza e religione. Egli propone un nuovo paradigma, basato sulla comprensione storica che queste categorie non sono state sempre separate e antagoniste. Piuttosto, sono state definite e ridefinite in relazione ai cambiamenti culturali, sociali e filosofici.

La tesi centrale del libro è che non è possibile comprendere la natura del rapporto tra scienza e religione senza tenere conto dei complessi cambiamenti storici che hanno portato alla loro definizione moderna. Harrison dimostra che, invece di essere intrinsecamente in conflitto, la scienza e la religione sono spesso state alleate nel perseguire la conoscenza del mondo e del divino.

“The Territory of Science and Religion” di Peter Harrison è un contributo fondamentale per chiunque sia interessato al dialogo tra scienza e religione. L’opera non solo sfida il mito moderno del conflitto, ma offre una comprensione più sfumata e storicamente accurata di come queste due discipline siano state interpretate nel corso dei secoli. La tesi di Harrison invita a un approccio più aperto e dialogico, suggerendo che la percezione moderna di un conflitto irreparabile tra scienza e religione sia il risultato di categorie storicamente contingenti, piuttosto che di una realtà insormontabile.

In un’epoca in cui il dialogo tra scienza e fede è fondamentale per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico e l’etica biomedica, Harrison ci offre gli strumenti per ripensare come queste due forze possono collaborare nel perseguimento della verità e del bene comune.

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