Studio rivela esistenza di due gruppi ancestrali distinti durante il Mesolitico e il loro ruolo nell’emergere delle società pastorali delle steppe
L’importanza delle interazioni culturali e tecnologiche nella regione.
Uno studio pubblicato su Nature offre nuove prospettive sulla storia genetica delle popolazioni dell’Età del Bronzo nella regione del Caucaso e nelle aree circostanti. I risultati, basati su dati genomici di 131 individui provenienti da 38 siti, suggeriscono l’esistenza di due gruppi distinti di popolazioni a nord e a sud del Caucaso durante il Mesolitico, che hanno dato origine a due lignaggi ancestrali differenti.
La regione del Caucaso, situata al confine tra Europa e Asia, è stata un importante crocevia di idee, lingue, tecnologie e movimenti umani. Le sue catene montuose hanno agito come una barriera semipermeabile, permettendo un flusso di interazioni che ha plasmato le società locali. Durante l’Età del Bronzo, questa regione ha visto l’emergere delle prime società pastorali delle steppe nel IV millennio a.C. Tuttavia, il modo in cui questi gruppi si sono formati dai cacciatori-raccoglitori locali e la loro connessione con le prime comunità agricole della Mezzaluna Fertile rimanevano poco chiari.
Il team guidato da Wolfgang Haak ha utilizzato dati genetici provenienti da individui risalenti a un periodo di 6.000 anni, dal Mesolitico (VII millennio a.C.) fino alla tarda Età del Bronzo (II millennio a.C.). I risultati hanno evidenziato una netta differenza genetica tra le popolazioni a nord e a sud delle montagne del Caucaso. Nel nord si osservava un’ascendenza di cacciatori-raccoglitori orientali, mentre nel sud emergeva un’ascendenza distinta di cacciatori-raccoglitori del Caucaso, con un crescente contributo genetico di agricoltori dell’Anatolia orientale.
Durante il successivo periodo Eneolitico (IV–V millennio a.C.), gli studiosi hanno osservato l’emergere di ascendenze delle steppe dell’Eurasia occidentale e delle società pastorali. Questo fenomeno sembra essere stato favorito dall’aumento delle interazioni tra le regioni montane e le steppe, reso possibile dai progressi tecnologici.
Gli autori sottolineano che durante l’Età del Bronzo Antica e Media, il patrimonio genetico delle popolazioni rimase relativamente stabile. Tuttavia, nell’Età del Bronzo Tarda, si registrò un aumento della diversità genetica dovuta all’influenza di più gruppi, coincidente con il declino delle culture delle steppe. Questo suggerisce che tali lignaggi possano essere stati assorbiti dalle popolazioni del Caucaso.
Lo studio fornisce una visione più dettagliata delle dinamiche genetiche che hanno modellato le comunità pastorali dell’Età del Bronzo e il loro processo di trasformazione, evidenziando l’importanza del Caucaso come punto di convergenza tra culture e popoli diversi.
Articolo Nature: The rise and transformation of Bronze Age pastoralists in the Caucasus. DOI 10.1038/s41586-024-08113-5.
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