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Barron: perché il Nuovo Ateismo ha fallito, una riflessione sul vuoto e la ricerca di significato

dibattito

Il confronto tra il nuovo ateismo e l’ateismo classico rivela la mancanza di profondità del primo.

Un’analisi delle Scritture e del desiderio umano di trascendenza mette in luce il bisogno di risposte più profonde ai grandi interrogativi della vita.

Negli ultimi anni, il fenomeno del “nuovo ateismo” ha guadagnato popolarità, sostenuto da voci influenti come quelle di Richard Dawkins, Sam Harris e Christopher Hitchens. Tuttavia, secondo il vescovo Robert Barron, fondatore di Word on Fire, questo movimento presenta gravi lacune intellettuali che ne hanno limitato l’impatto duraturo. In un recente video, Barron ha esaminato le carenze di questa corrente rispetto all’ateismo classico e alla sua profondità di pensiero.

La superficialità del Nuovo Ateismo

Nel suo discorso, Barron ha descritto il nuovo ateismo come una filosofia leggera e priva della profondità intellettuale che caratterizzava filosofi esistenzialisti come Jean-Paul Sartre e Albert Camus. “Questi esistenzialisti,” ha spiegato Barron, “erano seri. Non stavano scherzando, lottavano con la questione dell’assenza di Dio fino in fondo.” Sartre, ad esempio, riconosceva l’assurdità dell’esistenza umana e il desiderio intrinseco dell’essere umano di trovare senso e giustizia, arrivando alla conclusione che la vita è, appunto, assurda.

Al contrario, Barron ha descritto il nuovo ateismo come “superficiale, frivolo e infantile”. Ha citato come esempio un famoso slogan apparso su alcuni autobus in Europa, che recitava: “Probabilmente non c’è Dio, quindi smetti di preoccuparti e goditi la vita.” Secondo Barron, questo tipo di messaggio evidenzia la mancanza di una riflessione profonda e seria sulle grandi domande esistenziali che l’umanità si pone da sempre.

Le scritture e la risposta alla crisi esistenziale

Barron ha anche sottolineato come le risposte alle domande esistenziali più cupe si trovino già nelle Sacre Scritture. Ha menzionato i Salmi e il Libro del Qoèlet (Ecclesiaste) come esempi di testi che affrontano la vanità della vita senza Dio. Il vescovo ha evidenziato come l’Ecclesiaste racconti di un uomo che ha avuto tutto – potere, ricchezza, piaceri – e conclude che “tutto è vanità e un correre dietro al vento”. Tuttavia, diversamente dagli esistenzialisti che considerano la vita senza senso, il messaggio biblico esorta a trovare significato e gioia autentica nella relazione con Dio: “Rimetti la tua vita nelle mani del Signore, e troverai la vera gioia.”

L’ateismo come Oppio per le masse

Una parte particolarmente provocatoria del discorso di Barron è stata la sua rilettura della famosa affermazione di Karl Marx secondo cui “la religione è l’oppio dei popoli”. Barron ha dichiarato: “È l’ateismo a essere l’oppio moderno.” Ha spiegato che il nuovo ateismo agisce come una sorta di anestetico che copre il desiderio innato dell’essere umano per qualcosa di più grande e trascendente. Secondo lui, questo approccio cerca di convincere le persone a soddisfarsi con ciò che il mondo materiale offre, negando la realtà di un’aspirazione più profonda e divina.

“L’ateismo è come una medicina che prendi per convincerti che non hai bisogno di Dio,” ha detto Barron. Ha aggiunto che questa ideologia ignora il legame innato dell’umanità con il divino, che è, secondo lui, una prova della presenza di Dio stesso. “La nostra sete di qualcosa che superi i limiti di questo mondo significa che siamo in qualche modo partecipi dell’eterno.”

Un appello alla serietà e alla profondità

Barron ha concluso il suo intervento invitando a una riflessione più seria e profonda. Mentre i grandi esistenzialisti affrontavano con serietà il problema dell’assenza di Dio, il nuovo ateismo si limita spesso a slogan accattivanti senza un vero confronto con la complessità della condizione umana. Secondo Barron, la vera risposta ai grandi interrogativi della vita si trova non nella negazione, ma nella ricerca e nella fede autentica.

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