Un incontro globale tra leader religiosi e accademici esplora nuove strategie per affrontare la crisi climatica, promuovendo una collaborazione tra Chiesa e comunità scientifica.
Negli ultimi anni, la collaborazione tra le comunità di fede e quelle scientifiche è diventata sempre più cruciale per affrontare le sfide globali, in particolare la crisi climatica. Un esempio significativo di questo impegno è l’incontro virtuale svoltosi il 28 e 29 agosto 2024, che ha riunito oltre 40 vescovi provenienti dalle Americhe, Africa, Europa, Asia meridionale, Asia orientale e Oceania. Molti di questi vescovi servono come “Lead Science Bishop” nella recentemente istituita Commissione Scientifica della Comunione Anglicana, con l’obiettivo di creare reti tra scienziati e leader ecclesiastici per sviluppare risposte congiunte alle problematiche mondiali.
L’importanza della collaborazione tra fede e scienza
La crisi climatica rappresenta una delle sfide più urgenti e complesse per l’umanità, mettendo a rischio la vita e il sostentamento di milioni di persone, specialmente tra le popolazioni più povere e vulnerabili, e minacciando l’integrità e la diversità della natura. In questo contesto, la collaborazione tra comunità di fede e scientifiche diventa essenziale per promuovere azioni efficaci e sostenibili.
Durante l’incontro, i vescovi hanno ascoltato vari interventi su come la Chiesa possa rispondere attivamente alla crisi climatica. Il Professor Gustavo Assi, del Dipartimento di Architettura Navale e Ingegneria Oceanica dell’Università di São Paulo e Consigliere dell’Associação Brasileira de Cristãos na Ciência, ha sottolineato l’impatto significativo dell’emergenza climatica sugli oceani e la necessità di una maggiore consapevolezza della nostra profonda connessione con essi. Ha evidenziato l’importanza di un dialogo tra fede e scienza per comprendere e rispettare le evidenze scientifiche, affermando che “non c’è spazio per la speculazione” e che la comunità scientifica ha già stabilito chiaramente alcuni aspetti riguardanti gli oceani e il clima.
Il Professor Assi ha inoltre discusso delle potenzialità degli oceani come fonte di energia rinnovabile, menzionando risorse come il vento offshore, le correnti di marea, le onde e i gradienti termici. Queste fonti di energia pulita possono essere sfruttate saggiamente per combattere le emissioni di gas serra. Ha anche suggerito la possibilità di immagazzinare grandi quantità di CO₂ in riserve geologiche precedentemente utilizzate per l’estrazione di petrolio e gas offshore. In questo contesto, le Chiese possono svolgere un ruolo fondamentale nell’aiutare i cristiani a sviluppare tecnologie sostenibili e responsabili.
L’impatto disuguale della crisi climatica
La Reverenda Canonica Dr. Rachel Mash, Coordinatrice della Rete Ambientale della Comunione Anglicana, ha evidenziato come la crisi climatica colpisca in modo disuguale diverse comunità. Ha citato un recente sondaggio che mostra come i quartieri con edifici densamente concentrati e privi di alberi possano registrare temperature fino a 15°C più alte rispetto ad altre aree della città. Questo fenomeno accentua le disuguaglianze, poiché le comunità più ricche possono permettersi l’aria condizionata, aumentando però le emissioni di carbonio, mentre le comunità più povere soffrono maggiormente il caldo estremo.
La Dr. Mash ha anche sottolineato come le donne siano spesso più vulnerabili agli effetti dei disastri naturali. Ad esempio, durante lo tsunami del 2004, due terzi delle 230.000 vittime erano donne. Questo perché gli uomini erano al lavoro, in edifici solidi e con accesso a mezzi di comunicazione, mentre le donne, spesso impegnate in attività domestiche, indossavano abiti che limitavano la mobilità e non avevano ricevuto formazione in abilità come il nuoto o l’arrampicata, considerate “maschili”.
Il ruolo della Chiesa nella promozione dell’azione climatica
La Chiesa ha un ruolo cruciale nel mobilitare le comunità e promuovere azioni concrete per affrontare la crisi climatica. Attraverso l’educazione, la sensibilizzazione e l’incoraggiamento all’adozione di pratiche sostenibili, le istituzioni religiose possono influenzare positivamente il comportamento dei fedeli e della società in generale.
Inoltre, la Chiesa può fungere da ponte tra la comunità scientifica e il pubblico, facilitando la comprensione delle evidenze scientifiche e promuovendo un dialogo costruttivo. Questo approccio integrato può portare a soluzioni più efficaci e condivise per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Conclusione
La collaborazione tra le comunità di fede e quelle scientifiche è fondamentale per affrontare le sfide globali come la crisi climatica. Iniziative come l’incontro dei vescovi della Comunione Anglicana dimostrano l’impegno congiunto nel cercare soluzioni sostenibili e nel promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della cura del nostro pianeta. Attraverso l’unione di conoscenze scientifiche e valori spirituali, è possibile sviluppare strategie efficaci per proteggere l’ambiente e garantire un futuro migliore per le generazioni a venire.
Fonte ACNS – Anglican Communion News Services : Bishops discuss ways for faith and science communities to collaborate.
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